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Decidere la scuola superiore: esiste la “scelta giusta”?

La scelta della scuola superiore è un vero e proprio compito di crescita, in cui i ragazzi devono considerare tantissimi fattori sia pratici che emotivi. Davanti ad un compito così complesso è possibile sentirsi spaesati, confusi e in crisi, sentimenti poi aggravati dalle scadenze imposte dalle scuole. 
In questo articolo cercheremo di spiegare come questo passaggio rappresenti un passo importante nella crescita e quali possono essere gli elementi di difficoltà, sottolineando l'importanza di potersi rivolgere ad un percorso psicologico qualora possa essercene bisogno. 

Con l'imminente ingresso in adolescenza i ragazzi iniziano ad essere spinti da dei “compiti evolutivi”, ovvero sfide che pian piano dovranno affrontare per diventare adulti. Questi cominciano ad avviarsi con i cambiamenti del corpo durante la pubertà, ma con la scelta della scuola superiore tutti i ragazzi vengono “messi alle strette”, e a volte la fatica a scegliere può essere un riflesso di una difficoltà o una paura specifica in uno o più compiti evolutivi.
Di seguito si esporranno brevemente per capire meglio come si intrecciano alla scelta scolastica.

Il compito di separazione-individuazione rappresenta la possibilità di costruire un'identità propria distinta e separata dalle figure genitoriali. Questa scelta risulta la prima sperimentazione di autonomia nella quale i ragazzi mettono in campo nuove capacità riflessive e valutative, sia nei confronti di sé stessi (cosa mi piace, in cosa sono bravo, dove mi vedo meglio) sia dei fattori esterni (distanza, amici, eventuali selezioni o test d'ingresso…).
La nascita sociale implica la costruzione di una rete sociale sempre più importante e profonda con i pari. La scuola superiore implica anche la scelta di un luogo in cui sperimenteranno nuove relazioni, che saranno fondamentali per definire sé stessi nel mondo dei coetanei.
La mentalizzazione del corpo sessuato è la creazione di un proprio ideale di che uomo/donna vogliono diventare, e nella scuola superiore saranno continuamente esposti ai corpi degli altri, così come il proprio corpo sarà oggetto dei loro sguardi. Sarà importante capire come gestire questa nuova situazione in modo che sia un aiuto, e non un blocco, per crescere.

Molti ragazzi di terza media temono di non essere in grado di sostenere il nuovo ruolo di studente della scuola superiore, perché temono di non riuscire a “tenere il passo” sia con i coetanei che con le richieste scolastiche.
Inoltre, spesso la confusione deriva dal fatto di non avere un’idea chiara del proprio valore in termini di competenza, intelligenza ed efficacia, perché può essere veramente difficile, se e non spaventoso, soffermarsi a pensare a sé stessi e porsi delle domande cercando di rispondere in modo critico e sincero. Per questo spesso si appoggiano alle rappresentazioni di altre persone, come i familiari, i fratelli o gli amici. Perché i ragazzi sanno di non essere soli a compiere questa impresa, e con questo sanno anche che la loro scelta non sarà indifferente alle persone che li circondano. Quindi, oltre che tener conto dei propri desideri, delle proprie fantasie e delle proprie attitudini, hanno anche ben in mente le aspirazioni genitoriali, il giudizio degli amici e le esigenze pragmatiche (distanza, piano di studi, attività extracurricolari, hobby…).
Dovendo quindi tener conto di un numero di fattori così ampio e così carico emotivamente, non c'è da stupirsi che in seconda o terza media emergano gravi crisi o sofferenze rispetto a questo tema.

Ma esiste davvero la “scelta giusta”?

Come spiegano Anna Arcari e Katia Provantini in questo libro, dalle ultime ricerche sembra che i ragazzi che fanno meno fatica alle scuole superiori non sono coloro che hanno scelto effettivamente la “scuola giusta” per loro, ma coloro che hanno sviluppato una sufficiente capacità di metacognizione, ovvero che possono essere sicuri sulla qualità della loro scelta, riconoscendo che cosa potrà funzionare e quali potranno essere le difficoltà.

Può risultare quindi estremamente prezioso aiutare i ragazzi prima di tutto a conoscere meglio sè stessi, riconoscendo i propri limiti ma anche le proprie risorse e le loro aspettative. Questo può essere fatto in famiglia oppure attraverso un percorso psicologico, in modo che possano affidare ad una figura esterna, competente ed empatica, i propri timori e i propri desideri, cercando di fare un po' di chiarezza su una questione davvero complessa.

 

Bibliografia

Provantini, K., & Arcari, A. (2009). La scelta giusta. Orientarsi dopo la terza media: Orientarsi dopo la terza media. FrancoAngeli.

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